giovedì 23 agosto 2007

REPLICHE A MOSCHERINI DI ANDREA BORGNA E TRAPPOLINI

Riceviamo e pubblichiamo - Alla luce delle esternazioni, quanto meno fuori tempo, del sindaco di Civitavecchia Moscherini, il sottoscritto e tutti coloro che credono nel futuro della Tuscia apprezzano e applaudono le precisazioni del sindaco di Tarquinia Mazzola.

Ricordate? Non tanto tempo fa, fu proprio Mazzola a proporre, per primo, Tarquinia come possibile terzo scalo aeroportuale del Lazio, non curandosi delle motivazioni tecniche che portarono tale sito a non figurare neppure nei papabili secondo l’autentico (autentico poiché identificato per legge) ente propositore: l’Enac.

Ora il sindaco di Tarquinia dichiara: «Il Comune di Tarquinia non è, e mai sarà in competizione con l'amministrazione comunale e provinciale di Viterbo per il terzo scalo aeroportuale della regione Lazio», e prosegue: “Non commento le dichiarazioni di Moscherini nate probabilmente da quanto dissi qualche tempo fa.

Avevo candidato Tarquinia per ospitare l’aeroporto solo per non far perdere lo scalo alla nostra provincia, dopo Viterbo c'è Tarquinia, prima di Latina e Frosinone. Ma con Viterbo non c'è alcuna competizione”.

Lo avrà fatto solo per ricucire con i vertici, dichiaratisi pro-Viterbo, del neo partito democratico?

Caro Mazzola, ci stupisca ancora, dia prova dei suoi sani propositi e deliberi anche lei, come tanti altri comuni della Tuscia, a favore dell’aeroporto viterbese allungando, così, la lista delle illuminate amministrazioni pro futuro.


Andrea Borgna
giovane di Forza Italia del Comune di Viterbo




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- L’assessore ai Trasporti Renzo Trappolini scende in pista e dichiara subito: “Quella di Moscherini è una fuga in solitaria. Verso dove? Correndo da solo, rischia di rimanere fermo nel suo orizzonte cittadino”.

Il terzo scalo aeroportuale del Lazio?

C’è chi dice vada fatto a Tarquinia, come il sindaco di Civitavecchia, Giovanni Moscherini. Che però resta una voce isolata.

E poi c’è chi sostiene che vada realizzato a Viterbo, ma in questo caso la lista dei pro – istituzioni in primis – è lunghissima e si basa su un lavoro iniziato ormai da tempo supportato da elementi e valutazioni concrete.

L’assessore Trappolini, spiega perché quella di Moscherini rappresenta quindi un’ipotesi estemporanea e irrealizzabile.

“Il sindaco di Civitavecchia – dice - ha reclamato la localizzazione del terzo aeroporto del Lazio nell’hinterland del porto marittimo della sua città e cioè “a cinque chilometri” dal Molo Traiano.

Lo ha fatto da “amministratore e da persona che sa di logistica”. Una dichiarazione dunque del tutto individuale e rispettabile, come lo sono tutte le prese di posizione della specie, ma non sufficiente a cancellare le valutazioni a favore della localizzazione a Viterbo fatte da organismi tecnici competenti in materia, quali Enac e Enav, e non da un cittadino singolo seppur investito di alta responsabilità”.

Niente sinergia, a differenza di quanto sta avvenendo nella Tuscia viterbese. “Prima dello sparigliamento di carte su un terreno in cui i players erano ben noti, come pure i rispettivi ed accertati pedigrees, rappresentando, al massimo livello, il comune e generale sentire delle collettività locali manifestato nelle sedi proprie – continua Trappolini - quella responsabilità avrebbe fatto ritenere più consona la strada, sempre comunque percorribile, di un confronto tra istituzioni, il Comune di Civitavecchia, la Provincia e il Comune di Viterbo, come anche quello di Tarquinia.

Le infrastrutture, si sa, non sono perfette da nessuna parte, ma si possono migliorare, specie quando sono da mettere a servizio di un interesse più generale, quello del Paese e non di pur legittime aspirazioni di campanile a possedere terra, mare ed ora anche il cielo. In sostanza, di un aeroporto che deve anzitutto essere sicuro e che non debba risolvere sulle rotte di decollo e di atterraggio problemi di convivenza con quello internazionale di Fiumicino.

Di uno scalo aereo in grado di rendere maggiormente attrattiva l’offerta dei servizi culturali e turistici ai milioni di croceristi di Civitavecchia da parte della intera enclave territoriale della Tuscia, potenziata dal collegamento naturale con l’Umbria. Forse sarà il caso che le istituzioni riflettano insieme nell’ottica di massimizzare l’efficacia della messa a disposizione degli ospiti nazionali ed esteri del Porto di Civitavecchia di un territorio il più vasto possibile, servito da infrastrutture come la trasversale e le ferrovie che lo riequilibrino sull’asse Tirreno Adriatico a beneficio di tutti”.

C’è poi un ultimo interrogativo. “Civitavecchia conta 2 milioni di croceristi, che con l’ipotesi Viterbo arriverebbero fino all’Umbria: cosa diventerebbe quel territorio – conclude Trappolini - con ulteriori 5 milioni di passeggeri”?

pubblicato su TUSCIAWEB.IT

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RAPPORTO TECNICO "ENAC" VITERBO STRAVINCE.

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